Chitarra acustica Cort Earth 900
Che in Korea, ma anche in Cina e in tutto l’Oriente, le chitarre ormai le sappiano costruire è un dato di fatto. E la Cort, in particolare, spicca per la cura maniacale che mette nella costruzione dei suoi strumenti. Come nel caso di questa Earth 900, ci si trova di fronte sempre più spesso a strumenti con caratteristiche e finiture che, solo dieci anni fa, erano assolutamente impensabili in questa fascia di prezzo.
Descrizione
La chitarra in esame è una piccola parlor, di fascia economica, bella replica di uno strumento a cassa piccola con innesto del manico al XII tasto. La tavola armonica è in cedro massello in due parti unite a libro con una buona venatura, il fondo in mogano, sempre massello, in due pezzi con giunzione a spina di pesce e fasce laminate in mogano. Tutto con finitura opaca. Come si vede dalle foto, è riccamente rifinita con intarsi in abalone, sulla tastiera con un motivo floreale dal VI al XIV tasto, sul ponte in palissandro e alla rosetta della buca. La cassa ha un binding doppio con herringbone su tutto il corpo che sale lungo la tastiera in palissandro fino alla paletta, un pezzo unico con il manico, sempre in mogano. Il fronte della paletta ha un riporto di palissandro, con il logo di casa Cort inserito in un altro intarsio in stile. Belle le meccaniche dorate con la palettina in perloid e l’alberino in carbonio. Tra le migliori di questo genere che mi sia mai capitato di provare. Non si trova uno sbaffo di colla all’interno della cassa o un’imperfezione nel binding a cercarle con il lentino. E non per modo di dire. L’impatto estetico è superbo e, se è vero che l’abalone non “suona”, inutile negare: anche l’occhio vuole la sua parte.
Il settaggio di fabbrica dello strumento è buono, con una muta di Daddario Exp 0.12 più che dignitosa. Nella scatola della chitarra, perché di custodia a queste cifre proprio non se ne parla, oltre alla consueta chiave a brugola per la regolazione del manico c’è un set con un ponticello di riserva più alto di quello montato e una serie di spessori. Personalizzare quindi la messa a punto della chitarra è abbastanza semplice, e in un paio di tentativi si riesce a trovare l’altezza ottimale delle corde. Il trussrod, a cui si accede dalla buca, ha un funzionamento quanto meno atipico, come viene confermato direttamente dalla casa produttrice. Il fogliettino di istruzioni, probabilmente standard per tutti gli strumenti acustici, mostra un funzionamento tradizionale: a sinistra tiri, molli a destra per intenderci. In realtà, nella Earth 900 il manico è perfettamente dritto in posizione iniziale ed possibile solo allentarlo, anche se in realtà si aumenta la trazione del truss avvitando a sinistra. In pratica si può solo mollare il manico, anche se in questo caso l’operazione è, al contrario, di avvitamento. Ma non è possibile tirarlo, svitando, oltre il suo piano di riferimento. Singolare e quanto meno opinabile. Alla prova pratica, comunque, ha retto bene anche con scalature diverse da quella con cui è arrivata. Sia a valori di trazione più bassi che decisamente più alti il manico è rimasto perfettamente dritto. Certo che è una bella scommessa per il futuro… Chi preferisce una regolazione piuttosto tesa, quasi “bombata”, del manico, in questo caso deve abbozzare.
Come suona
Ha un volume assolutamente inaspettato, viste le dimensioni del corpo. I cantini e i medi sono rotondi e presenti, frizzanti, con un attacco molto deciso. I bassi un po’ latitano, ma c’era da aspettarselo, e forzando slabrano leggermente. E’ uno strumento con una risposta dinamica forte e precisa, che perdona anche poco. Dopo un paio di settimane di utilizzo continuo, il suono ha cominciato a perdere il tono inscatolato che aveva all’inizio, acquistando proiezione, presenza e anche corpo sui bassi. Visto che stiamo parlando di legni masselli, sicuramente c’è ancora un buon margine di miglioramento per i mesi a venire. Il manico è largo, 47 mm, e abbastanza sottile, ma senza esagerare. Complice il buon set up generale dello strumento, non si fa molta fatica ad abituarsi e a prendere confidenza con la “piccolina”. Anche se il grosso intarsio centrale sulla tastiera può inizialmente disorientare, soprattutto se si guarda molto la mano sinistra mentre si suona.
Il plettro lasciatelo pure in tasca, non è una chitarra da strumming. Si sposa bene con un fingerpicking di matrice tradizionale e con il root blues che, in fondo, è nato proprio su questo tipo di strumenti. La scala da 25,3 è un buon compromesso per migliorare la suonabilità senza andare comunque a creare problemi quando si usano accordature alternative. Anche portando il registro molto verso il basso. In particolare la DADGAD sembra particolarmente consona alla Earth 900, che si rivela perfetta per sonorità celtiche e trad.
Conclusioni
Uno strumento dal rapporto qualità prezzo eccellente, con un’estetica ineccepibile. Non è una chitarra versatile, ma ideale per un certo repertorio. Ha l’impronta sonora tipica delle parlor, molto mediosa, caratteristica e ben marcata, che potrebbe non essere l’ideale per suonare cose troppo moderne. Anche se non si può mai dire. Il manico largo la rende particolarmente adatta per musicisti di estrazione classica, magari in cerca di uno strumento di “transizione”.
Mario Giovannini
Tipo: chitarra acustica
Origine: Corea
Importatore: Backline - Via dell'Aprica 16, Milano www.backline.it Tel. 02/69015645
Prezzo: Euro 408 + Iva
Fasce e fondo: Mogano, fondo massello e fasce laminate
Top e catene: Cedro massello
Battipenna: no
Binding: plastica bianca sul manico, bianco e herringbone sul corpo, abalone sulla rosetta
Manico: Mogano
Tastiera: Palissandro
Ponte: Palissandro con selletta in plastica, compensata alla 2° corda
Cutaway: No
Meccaniche: dorate con paletta in perloid
Larghezza al capotasto: 47 mm
Scala: 25,3”
Tasti: 19
Note: Intarsio in abalone sulla tastiera dal 6° al 14° tasto, garanzia a vita
Amplificazione: No
Colore: natural.
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