Nel
2017, a proposito di una significativa e raccontata crisi del mercato
delle chitarre elettriche, l’amministratore delegato della storica
azienda americana Fender Andy Mooney disse al Washington Post:
«La morte della chitarra, per parafrasare Mark Twain, è molto
esagerata». All’epoca il settore se la passava male, ma nel 2020 le
vendite di chitarre in tutto il mondo sono cresciute del
15 per cento rispetto all’anno precedente, a fronte di una domanda
descritta dagli addetti come «senza precedenti» e in continua crescita,
dopo essere stata secondo molti condizionata dagli effetti della
pandemia.
Il volume di vendite complessive di chitarre acustiche ed elettriche – e, in misura minore, di bassi, mandolini e banjo – è passato da circa 6,8 miliardi di euro nel 2019 a circa 7,8 miliardi nel 2020, di cui 1,4 miliardi soltanto negli Stati Uniti. In termini di quantità di strumenti, sono stati venduti negli Stati Uniti più o meno 2,7 milioni di chitarre. Fender e Gibson, le due aziende americane più famose e celebrate, produttrici di alcuni dei modelli di chitarre elettriche più conosciuti di sempre, hanno entrambe affermato di aver incrementato le vendite nel 2020, dopo un lungo periodo di difficoltà economiche, e che la tendenza positiva è proseguita nei primi due trimestri del 2021.
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