Quando, un paio di anni fa, Ken Kantor ha annunciato la nascita della sua ZT Amplifiers, con la precisa mission di rivoluzionare il campo dell’amplificazione degli strumenti musicali, non è stato liquidato con la solita occhiata di compatimento che si riserva di solito a queste uscite. Pluripremiato come progettista e designer, ha contribuito a fondare e lanciare sul mercato aziende del calibro di Intelligent Audio Systems, Vergence Technology, NHT e Tymphany, al contrario è stato preso da subito, assolutamente, sul serio. E non ha tradito le attese: la serie The Lunchbox ha lasciato tutti a bocca aperta. Amplificatori per chitarra ultracompatti, anzi si potrebbe quasi utilizzare il termine “miniaturizzati”, con prestazioni di assoluto rispetto. Possibile?
ZT THE LUNCHBOX
Il nome, in effetti, è estremamente azzeccato. E il design che caratterizza la linea altrettanto, creando un’immediata identificazione marchio/oggetto. L’idea che in quel cestino del pranzo, di meno di quattro chili e mezzo, ci sia un amplificatore allo stato solido, classe A/B da 200 W, è abbastanza inquietante. Lo chassis che contiene circuitazione e cono da 6,5” è in metallo, solido e affidabile. I controlli posti sul pannello superiore sono essenziali, oltre a Volume e Gain troviamo un Tone, che agisce in maniera molto simile a quelli solitamente posizionati sulla chitarra, e l’Ambience che, secondo le specifiche della casa, è modellato dinamicamente su uno stack vintage. La circuitazione è dichiarata a bassissima latenza, per la migliore risposta dinamica possibile. Sul retro trovano posto, oltre all’interruttore d’accensione e l’attacco per l’alimetazione (commutabile 115/220 V, dettaglio non da poco) un ingresso Aux per fonti sonore esterne, l’uscita per una cassa aggiuntiva e quella per le cuffie con il suo potenziometro del volume dedicato. Uno switch permette di disattivare lo speaker interno. Il tutto protetto da una manigliona di metallo per riparare da urti indesiderati.
Il volume è assolutamente stupefacente. Per quanto si possa disquisire su valori teorici e di “punta” della potenza dichiarata, la pressione sonora che questo scatolotto riesce a produrre è impressionante. Le sonorità sono rispettose del carattere della chitarra utilizzata, pur non mancando di personalità. La gamma espressa è completa e articolata, soprattutto i bassi lasciano estereffati, viste le dimensioni del cono. “Digerisce” bene qualsiasi tipo di pedale e di effetto, anzi sembra gradirli parecchio, come supporto a quelli che sono i limiti logici dell’oggetto. Un amplificatore versatile, potente e utilizzabile in qualsiasi contesto. Con il pregio di poter stare dentro uno zainetto, assieme ai pedali. Magari non sarà adatto alla sala di registrazione, ma per piccoli live e per le prove è l’ideale. Il tutto a circa 350 Euro, street price.
ZT THE LUNCHBOX ACOUSTIC
Con la versione per acustica del Lunchbox, il buon Kantor è andato ancora oltre. Leggermente più profondo del fratellino per elettrica, e un po’ più pesante (5,4 Kg), questo mostriciattolo eroga la stessa potenza, ma con due canali separati e una dotazione di controlli molto più sofisticata. Oltre ad un Master volume, per ciascun canale abbiamo Gain, Bass, Treble e Reverb. E’ presente poi un filtro Anti Feedback con tre tagli pre impostati. Sul retro, alle dotazioni già viste per il primo ampli, si aggiungono gli ingressi del canale microfonico, sia jack che XLR con la possibilità di alimentazione phantom, e la mandata per gli effetti che è possibile sfruttare anche come uscita bilanciata.
Sorvolando le considerazioni su volume e pressione sonora, che non si può far altro che sottoscrivere, anche in questo caso l’amplificatore risulta molto fedele alle peculiarità dello strumento, con una pasta sonora estremamente ricca ed equilibrata. Di nuovo, i bassi sono al di là di ogni aspettativa: neanche l’utilizzo di una chitarra baritono ha creato problemi. La buona dotazione di ingressi e regolazioni permette di andare incontro alle varie esigenze del musicista. L’amplificazione della chitarra acustica negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione notevole, ma lo ZT può fare fronte anche a sistemi complessi, su più canali, con impedenze differenti, passivi o attivi. La possibilità di collegare un microfono, poco importa se per cantare o riprendere la chitarra come seconda fonte, è la classica ciliegina sulla torta. Le dimensioni contenute, per usare un’eufemismo, lo rendono ideale come monitor da palco, accessorio cui il chitarrista acustico di solito tende a non utilizzare per problemi di praticità. Ma in questo caso si raggiunge a malapena le dimensioni di un buon multieffetto. Anche il costo, poi, non è molto lontano, attorno ai 450 Euro.
Piccolo è bello, non ci sono dubbi. E, per una volta, non si tratta di oggetti tecnologici miniaturizzati per sfizio, di gadget dall’utilizzo molto limitato. Al contrario, gli ZT sono amplificatori di tutto rispetto, con potenzialità notevoli, con il plus di una portabilità senza paragoni. Qualcuno potrebbe obbiettare che le valvole sono tutta un’altra cosa. Non c’è dubbio: bisogna ripeterselo con convizione, come un mantra, mentre si trascina un combo da 40 Kg all’interno di una sala prove, magari al secondo piano.
ZT Amplifiers è distribuita in Italia da Sisme (www.sisme.com).
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