L’attenzione crescente da parte di molte grandi case per il settore acustico la dice lunga sulla valenza che, quello che fino a poco tempo fa era considerato solo un mercato di nicchia, sta assumendo. Roland in questo settore ha già detto la sua in maniera significativa, in passato. Ora, in un periodo in cui anche l’asciugacapelli e l’aspirapolvere hanno una presa Usb, un cellulare tra le altre cose magari permette anche di telefonare, il nuovo nato della casa giapponese promette meraviglie con un combo di dimensioni ridottissime che ospita all’interno multieffetto DSP, loop machine e dispositivo anti feedback.
L’AC 33 ricevuto in prova è piccolo, compatto e leggero – supera di pochissimo i quattro chili e mezzo. E’ equipaggiato con due coni da cinque pollici collegati stereo, due canali separati e una serie di funzionalità aggiuntive che lo rendono particolarmente interessante. Anzitutto, oltre alla tradizionale alimentazione di rete, ha una batteria interna con autonomia di otto ore. Il ‘blocco batteria’ tra l’altro si può aprire e permette di sostituire le stilo interne, delle semplici alcaline ricaricabili. In modo da poterci fare manutenzione direttamente alla comparsa del famigerato effetto memoria. E, al di là dell’utilizzo ‘on the road’ per i buskers, può essere utile per avere un cavo in meno in mezzo ai piedi in tantissime situazioni. Nella parte inferiore ha un tilt back stand retraibile che permette di inclinarlo verso l’alto, se posizionato a terra. Il pannello posteriore, oltre alla presa per l’alimentazione, mette a disposizione due ingressi per il foot control degli effetti che tra poco andremo a vedere, due line out – mono e stereo – e due ingressi di linea, uno stereo e uno RCA, oltre alla manopolina con cui è possibile regolare il volume d’ingresso.
La disposizione del pannello di controllo, nella parte superiore, è molto razionale e funzionale. Il Guitar Channel ha un ingresso jack, volume, regolazione di bassi, medi e alti, uno slider per l’attivazione del chorus in due modalità. Il Mich Channel invece ha due input, XLR e jack, volume, alti, bassi e identico controllo dell’effetto. C’è poi un livello per il riverbero, master volume, dispositivo anti feedback e i controlli per la loop machine con una memoria di 40 secondi. Con possibilità di overdub fino ad esaurimento. Il tutto in 31 x 21 x 19 cm di amplificatore, non è niente male. Nel complesso, l’AC 33 da una bella sensazione di solidità, nonostante il peso contenuto. E’ realizzato con materiali di qualità, per durare ed essere sfruttato in maniera intensa, anche con poco riguardo. Con un occhio alla praticità e all’utilizzo immediato, nonostante i tanti ‘optional’ a bordo.
A questo punto, però, esaurite le chiacchiere è ora di andare a sentire come suona. Il Guitar Channel è indicato per strumenti amplificati senza pre, mentre il Mich Channel oltre che per i microfoni è predisposto per i sistemi attivi, con relativa attenuazione dell’impedenza. La prima cosa che colpisce è il volume: per essere 15+15 watt, il piccoletto strilla parecchio. Ha voce da vendere. Magari non basterà per fare una serata in un pub, ma come monitor da palco o per la classica sistemazione a un angolo di strada ne ha a sufficienza. Per altre situazioni c’è sempre la possibilità di collegare casse aggiuntive al line out. La qualità della resa è eccellente, l’AC 33 è estremamente trasparente e rispettoso delle caratteristiche dello strumento. Non ci mette niente di suo, insomma. A chitarre e sistemi differenti corrispondono rese differenti. Quindi, tenendo a mente che nemmeno Roland fa miracoli, una ‘ciofeca’ rimarrà tale, in maniera piuttosto impietosa. Nemmeno l’utilizzo di una chitarra baritono è riuscito a metterlo in crisi: la definizione delle basse ha dell’incredibile con coni di queste dimensioni. I controlli di tono sono graduali e molto efficaci, permettendo modifiche dello spettro sonoro anche piuttosto drastiche. L’anti feddback funziona davvero! Appena attivato taglia sul nascere qualsiasi principio di innesco. Anche ad alti volumi, anche con la buca della chitarra praticamente dentro ai coni.
Gli effetti, basati sul sistema DSP proprietario della Roland sono di buona qualità. Il riverbero, in particolare, dona una bella tridimensionalità al suono, malgrado quanto già detto sul dimetro degli altoparlanti. Il chorus ha due diverse modalità di funzionamento, Space e Wide, e si giova della configurazione stereo degli speakers. Entrambe gli effetti sono attivabili a pedale, con gli stomp Roland della serie FS, singoli o doppi, che vanno acquistati a parte. Anche per l’utilizzo del looper vale lo stesso discorso, rendendo l’acquisto del FS 6 a due switch quasi obbligatorio. Manovrarlo ‘manualmente’ per un chitarrista è praticamente impossibile, a meno di non limitarsi a qualche percussione sulla cassa.
Un prodotto davvero azzeccato con una gamma di impiego quasi infinita. Si può utilizzare con due chitarre contemporaneamente, ma anche per miscelare due diversi sistemi amplificazione montati sullo stesso strumento. Non importa se attivi o passivi. Per cantare accompagnandosi oppure utilizzare il microfono come seconda fonte di ripresa. Mandare in back delle basi registrate, oppure registrarne una al volo con la loop machine, che è attiva anche sul canale del mic. Ottimo strumento per studiare e fare pratica, ideale per un duo chitarra e voce. Allo stesso modo, però, può sostituire, in buona sostanza, quella che è la tradizionale pedaliera di un chitarrista acustico. Oltre a essere naturalmente una eccellente spia. Con un peso e un ingombro quasi simbolici. Tutto in uno, insomma, da portarsi al volo sul palco senza neanche bisogno di collegare il cavo alla corrente prima di iniziare a suonare. Basterà andare in diretta sul mixer dal line out e il gioco è fatto. Da non dimenticare che si porta a casa tutto questo bendidio a 359 Euro (street price), con un rapporto qualità prezzo davvero molto, molto interessante.
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