Magnetici all’italiana

 


Fino a non molto tempo fa, ma neanche poi tanto, il pick up magnetico per chitarra acustica era sinonimo di un sistema di amplificazione economico, semplice da installare, orribile a vedersi, con il suo cavo a penzoloni dalla chitarra, e di scarsa resa. Negli ultimi anni, però, grandi case come Fishmann o Baggs hanno messo sul mercato dei trasduttori di questo tipo che, in breve, hanno abbattuto ogni preconcetto, conquistando una buona cerchia di estimatori. Le serie Rare Earth o M1 sono ormai sistemi affidabili, refrattari al feedback, con un buon attacco e alto livello d’uscita. Per contro, solitamente suonano un po’ troppo ‘elettrici’ e con i cantini in evidenza, soprattutto se si utilizzano corde coated. E non sono bellissimi da vedere.

Visto che da noi non mancano le buone idee e i validi progettisti, abbiamo voluto dare un’occhiata a come viene interpretato questo tipo di trasduttore ‘all’italiana’, sia per quanto riguarda la parte sonora, che per l’impatto estetico sullo strumento.


I-Spira (www.i-spira.com)


Luca Villani, il motore e il cuore di I-Spira è un ragazzo giovane, brillante e competente, con le idee chiare. La sua I-Spira, nel giro di pochissimi anni, si è conquistata una bella fetta di mercato in un segmento attento al prodotto di qualità e finalizzato alle richieste dell’utente. L’Acustico ricevuto per la prova è un progetto recentissimo, che ha sostituito in toto la precedente produzione in questo settore.


Descrizione

Il pick up, a poli scoperti, è montato su due basette di polimetilacrilato. Il fissaggio alla buca avviene tramite quattro viti, due per parte, che stringono due morsetti sul legno della tavola armonica. Praticamente lo standard in questo segmento, semplicissimo. Come indicato nelle istruzioni allegate, non è necessario stringere molto, la gomma interna fa subito presa e non ci sono rischi di segnare la cassa. Anche se, in tutta onestà, questi due morsetti sembrano abbastanza delicatini. Il modello in prova è collegato direttamente a due metri di cavo con jack maschio, ma al momento dell’ordine è possibile scegliere il tipo di connessione, se per un’installazione volante come nel nostro caso, o per una permanente con la presa da montare a scasso all’interno della fascia. Anche se in questo caso, magari, è meglio chiedere un aiuto a chi lo ha già fatto almeno un paio di volte. Esteticamente gradevole, si integra bene sulla chitarra (se è natural, altrimenti...), anche se le viti dorate a fianco dei poli cromati fanno un po’ a pugni. E’ comunque possibile personalizzare il pick up, scegliendo il colore sia del supporto che delle finiture. I poli scoperti, come si diceva, non sono regolabili in altezza, ma presentano una marcata accentuazione sui medio bassi, con i due cantini portati al minimo.

L’Acustico è più lungo della media di questo tipo i trasduttori, con un posizionamento abbastanza centrale sulla buca dello strumento. Questo lo rende adatto al montaggio, non si sa quanto intenzionalmente, anche per chitarre con la buca ovale, come abbiamo avuto modo di sperimentare su una vecchia Ibanez AE300NT. Per contro, su strumenti a buca piccola, ad esempio una più recente Cort Earth 900 parlor, non c’è verso di farcelo stare. Quindi, prima di procedere ad un eventuale acquisto, meglio misurare e chiedere, per non avere brutte sorprese.


Come suona

All’atto pratico l’Acustico è brillante, ben definito, estremamente trasparente, con un buon livello d’uscita, grazie all’accoppiata tra poli in ferro magnetico e un ‘rinforzo’ con una lente in neodimio. Com’era lecito aspettarsi, la regolazione dei poli del magnete attenua di molto, facendolo praticamente scomparire, il problema del ‘Hot B’, come lo chiamano gli americani, dando al suono un calore molto naturale. Il pick up non sembra dotato di carattere proprio, ma ripropone in maniera molto fedele le caratteristiche dello strumento su cui è installato. Dinamica e tocco ci sono tutti, basta metterceli, poco importa se si suona a plettro, con le dita o con tutte e due assieme. Estremamente silenzioso, nonostante sia un single coil, grazie alla progettazione che mette in serie due bobine separate, una ogni tre corde, refrattario all’innesco, si inserisce senza problemi in qualsiasi tipo di catena effetti ci sia la necessità, o la voglia, di utilizzare. Mantiene ben marcata la voce della chitarra, risultando magari un po’ crudo sui cantini, ma con un segnale equilibrato e che non richiede grossi interventi per essere subito utilizzabile.



Magic Coil

(www.magiccoilpickup.com)


Antonio Chiarelli ha una lunga, lunghissima esperienza nel campo del riavvolgimento e della progettazione di pick up. I suoi primi lavori sono datati 1973. Emigrante al contrario, nel 1996 ha trasferito in Italia l’attività che aveva avviato in Canada alcuni anni prima e, nel giro di poco, il suo è diventato un marchio consolidato, apprezzato da professionisti e amatori in tutta Europa. Sebbene la parte centrale dell’attività della Magic Coil sia la creazione di sistemi di amplificazione per chitarra elettrica su specifiche del cliente, la ditta di Crispiano (TA) realizza anche magnetici per acustica.


Descrizione

Il pick up messo a disposizione per la prova è arrivato con chitarra annessa. Questo perché il progetto di Chiarelli, se da un lato risolve il problema dell’installazione anche su strumenti con buca ovale, come nel caso della Washburn Woodstock messa a disposizione, d’altro canto richiede un fissaggio permanente. Il magnete in questione, installato sospeso a fondo manico con una staffa, ha un aspetto molto simile, diciamo pure che è identico, a un p.u. per Telecaster. L’estetica è deliziosamente retrò, richiama alla memoria l’elettrificazione di serie delle epiche Eko Ranger degli anni ’60. Con questo tipo di montaggio, purtroppo, se l’accesso al trussroad avviene dalla buca, la sua regolazione diventa un po’ macchinosa. Bisogna smontare il pick up dalla staffa, cui è fissato con una vite, per potervi accedere. In realtà, il progetto originale della Magic Coil prevede un montaggio sottomanico (vedi Foto 1), quasi completamente invisibile, che farà la gioia dei puristi dell’acustica nuda e cruda. Questo però è possibile solo su strumenti costruiti ex novo, in cui il liutaio deve tenere in debito conto lo spazio per l’alloggiamento del pick up e montare l’accesso al truss dalla paletta. Ci sono poi diversi modelli in commercio facilmente adattabili, alla bisogna, ma sempre da mani esperte. Ma se il truss ha l’accesso alla buca si paga comunque dazio.


Come suona

Il Magic Coil suona… forte. Ha un livello di uscita molto alto. Se di primo acchito poteva sembrare poco condivisibile l’aggiunta di un potenziometro di volume per un p.u. passivo, come sul modello in prova, all’atto pratico se ne è dimostrata ampiamente l’utilità. Genera un segnale molto potente e bilanciato, in grado di pilotare direttamente il canale di un mixer senza l’ausilio di una DI. Se si predilige l’utilizzo di un pre, magari valvolare per scaldare un po’ il suono, bisogna dosare con cura il gain per evitare di ‘imballare’ il tutto. La resa sonora però è trasparente e di qualità. Brillante, com’è lecito aspettarsi da un single coil, è molto dinamico e responsivo la tocco. Ottima tutta la gamma espressa, quasi assente il problema dei cantini troppo marcati. Il magnete è estremamente sensibile e capta anche le percussioni sulla cassa, almeno nella zona vicino al manico.

Purtroppo lo strumento in questione è di livello medio/basso e il pick up ne evidenzia in maniera impietosa tutte le magagne. Questo lascia legittimamente pensare che in presenza di una chitarra di alta qualità, la risposta sarà adeguata. Coraggiosa la scelta di utilizzare per la promozione uno strumento economico, ma condivisa da molti nel settore. Non è infrequente imbattersi, nelle fiere di settore, in questo tipo di proposta. Un po’ come dire: ‘una buona chitarra rende bene da sola, il mio pick up però suona esattamente come suona lo strumento’. Visto che il magnete non è trasferibile, almeno non da mani ‘babbane’, ci deve accontentare di applicare la proprietà transitiva.


Conclusioni

Due trasduttori dello stesso tipo interpretati in maniera radicalmente diversa. Versatile, pratico e di immediato utilizzo l’Acustico, mirato e pensato sullo strumento il Magic Coil. Estremamente validi entrambi nella resa sonora, denotano un diverso approccio proprio allo strumento. Se si è alle prese con la progettazione di uno strumento di liuteria, probabilmente quello per la vita, l’idea di Chiarelli è sicuramente da considerare. Se si è un po’ più ‘leggeri’, e almeno con gli strumenti ci piace cambiare spesso, l’I-Spira può essere un valido supporto, per parecchio tempo.


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