Parker P9E

 


Ken Parker ‘traffica’ in chitarre da più di venticinque anni, prima come apprezzato riparatore e customizzatore e in seguito come progettista e produttore. Noto al grande pubblico soprattutto per le sue elettriche, contraddistinte da una linea innovativa, soluzioni tecniche all’avanguardia e una grande attenzione per l’ergonomia, di recentemente ha messo sul mercato anche una serie di strumenti acustici, chitarre realizzate in Cina con progettazione e materiali made in USA.


Descrizione


Ovviamente si tratta di una acustica ‘alla Parker’, con un forte impatto visivo e scelte abbastanza radicali. Certo che uno strumento come questo, un po’ come tutte le produzioni della casa americana in genere, o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. La componente estetica è troppo forte per lasciare indifferenti. Le dimensioni del corpo della P9E rientrano nei canoni delle OM tradizionali, sia pure con l’originale spalla mancante inferiore molto squadrata e lo smusso accentuato di quella superiore. Quanto siano diventati bravi in Oriente a costruire le chitarre possiamo ormai evitare di ripetercelo alla nausea. Il livello di finiture dello strumento è eccellente, senza imperfezioni di sorta, realizzato interamente con legni masselli. Bello il cedro della tavola, molto scuro con venature in evidenza che nascondono quasi completamente la giunzione delle due parti a libro. Ancora meglio il palissandro di fasce e fondo, scurissimo, a creare un bel contrasto con il piano. Sempre in palissandro il binding che orna le giunzioni delle varie parti della cassa, con le fasce impreziosite da una sottile linea crema, distante dai bordi circa un centimetro. La buca è molto piccola e ovale, rifinita con un semplice filetto in abalone. All’interno il consueto cartiglio del costruttore è sostituito da una placca di legno, che riporta luogo di costruzione, progettazione e numero di serie. Inoltre è presente un'altra etichetta, questa volta di tipo tradizionale, che riporta in dettaglio i materiali utilizzati in costruzione: una tendenza che sta prendendo molto piede tra i costruttori americani. Il manico, con zero fret, è in mogano, la tastiera in ebano con segnatasti a pallino in abalone, posizionati nella parte alta. La paletta è ricoperta in palissandro con il logo della casa piazzato in una cavità ricavata nel mogano, creando un bell’effetto tridimensionale. Le meccaniche, delle Grover Sta-Tite serie ’97 dorate, sono del tipo vintage aperto, creano un forte contrasto con la linea ultra moderna dello strumento. Il ponte è in ebano, come pure i chiodini ferma corde con un riporto di abalone in testa che richiama i dot della tastiera. Anche in questo caso il design è molto originale, con il richiamo del logo della Parker nella parte alta. L’accesso al trussrod è possibile rimuovendo una placchettina di plastica posizionata all’ultimo tasto, soluzione evidentemente imposta dalla presenza del pick up magnetico installato, non nella buca come di consueto, ma direttamente sulla tavola armonica con uno scasso. La chitarra è bilanciata, ben settata dalla fabbrica, facile sentirsela bene addosso. In particolare, si apprezza l’attenzione del progettista per l’ergonomia del musicista: è molto comoda da suonare in piedi. Lo smusso della spalla superiore aiuta, e parecchio, a trovare subito una posizione naturale sullo strumento.


Come suona


Cedro e palissandro sono una delle accoppiate più classiche per chitarra acustica, soprattutto per le OM. Per cui, almeno da questo punto di vista, la P9E non riserva sorprese. Il suono è croccante e ben definito, caldo e bilanciato, ricco di dinamica. Tutta la gamma è ben presente, con una buona proiezione, leggermente compressa probabilmente per le dimensioni della buca. In particolare, i cantini sono il vero capolavoro della chitarra, rotondi, frizzanti, mai scampanellanti. Ottimo il sustain, grazie anche al tasto zero che rendo molto vibrante lo strumento. Per forma e dimensioni, mostra una naturale predisposizione al fingerstyle, ma anche con il plettro ha una buona resa in accompagnamento. Certo non ha i bassi ‘a cannone’ di una dred ma, vuoi per il manico stretto e veloce, vuoi per quella petit bouche di selmeriana memoria, non è da sottovalutare neanche per qualche incursione manouche. Certo ci vorrebbero le corde adatte. Il sistema di amplificazione montato di serie merita un discorso a parte, sia per la sua concezione originale (nel senso di progettata su misura) quanto per la resa. La chitarra monta, come già accennato, un Rare Earth della Fishman appositamente modificato, montato a fine manico, direttamente sulla tavola armonica, e un Matrix sotto sella al ponte. Sempre sulla tavola, sulla spalla superiore è montato il potenziometro del volume, mentre sulla fascia sono presenti i controlli per alti, bassi e blend dei due pick up. Le manopoline, in plastica nera zigrinata, sono di dimensioni minime, ma facili da impugnare e regolare con precisione. In posizione ‘tutto flat’ la resa è trasparente, molto vicina alla voce acustica dello strumento. Se non si ha voglia e tempo di trafficare, è comunque garanzia di una ottima resa, dimostrandosi tra l’altro estremamente refrattaria al feedback. La presenza di una uscita bilanciata XRL a fianco di quella a jack tradizionale conferma questa vocazione plug'n'play, visto che si può anche fare a meno di una DI per andare in diretta sull’impianto. Se ci si addentra nelle possibilità del sistema le possibilità sono notevoli, anche abbastanza estreme. Gli interventi su bassi e acuti, a dir poco radicali, uniti alla possibilità di miscelare le due fonti di ripresa del segnale, offrono una gamma di sonorità molto ampia, anche se in alcuni casi non facili da collocare nel giusto contesto.


Conclusioni


Dopo  pagine a base di aggettivi come ‘originale’, ‘forte’ e ‘radicale’ è facile tirare le somme: si tratta di una chitarra che deve anzitutto piacere dal lato estetico, naturalmente ognuno ha i suoi gusti. Il design ergonomico e l’amplificazione ne fanno soprattutto uno strumento da palco, con molte potenzialità, comodo da imbracciare per ore in piedi. Per contro, chi suona con tecniche di ultima generazione, magari con la sinistra sopra il manico, alla Preston Reed per intenderci, troverà un po’ ingombranti i potenziometri sulla spalla superiore e sulla tavola, in un punto in cui di solito si va a colpire per ottenere le percussioni.


Parker P9E

Tipo: Chitarra Acustica

Origine: Cina

Prezzo: € 1683,00 + IVA

Fasce e fondo: Palissandro Indiano

Top e catene: Cedro

Battipenna: No

Binding: in palissandro

Manico: Mogano

Tastiera: Ebano

Ponte: Ebano

Cutaway: Sì

Meccaniche: Grover Sta-Tite serie ‘97

Larghezza al capotasto: 42 mm

Scala: 650 mm

Tasti: 19

Amplificazione: Fishman Rare Earth + Fishman Matrix undersuddle

Colore: natural

Note: con custodia rigida inclusa


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