Lakewood MM CP

 


Quando nel 2000 ho ripreso a suonare, dopo un lungo stop dovuto alla delusione del mancato tentativo di carriera professionale, ho fissato due paletti importanti: mi sarei messo a studiare seriamente fingerstyle e mi sarei comprato una chitarra come si deve,adatta allo scopo. In quegli anni, tutti quelli che ammiravo suonavano Lakewood quindi, inevitabilmente, mi sono mosso in quella direzione. Quando ne ho trovata una a un prezzo da non crederci da Merula l'ho interpretato come un segno del destino e ne ho approfittato. Acquisto che non ho mai rimpianto, la mia M32 rimane una delle migliori chitarre che abbia mai provato (e qualcuna l'ho provata negli anni). Per l'amplificazione in quel periodo c'era una sola soluzione: il Perlucens di Fontanot e ovviamente mi sono uniformato.

Nel tempo sono diventato un vero stimatore del marchio, arrivando a possederne fino a 4 contemporaneamente, Va bene, possiamo anche dire un po' fissato... Ma la M32 è rimasta con me per quasi 20 anni, poi i casi della vita hanno imposto una separazione. Nel 2020, quando, a causa di un'ischemia cerebrale, mi sono ritrovato a reimparare a suonare praticamente da zero ho cercato conforto in qualcosa di familiare, che mi desse delle sicurezze. Ho cercato su mercatino musicale qualcosa che fosse accessibile per le mie tasche (non così profonde) e ho trovato una Lakewood MM CP, il vecchio modello tutto in mogano. Ormai fuori produzione, ai suoi temi era la entry levell delle casa teutonica. Che avesse un curioso intarsio al XXII tasto, con una freccia e un arco – e io avevo appena ricominciato a tirare con l'arco come aiuto alla fisioterapia – l'ho preso come un segno del destino. Considerato che l'ho acquistata praticamente a scatola chiusa mentre ero ancora ricoverato, è stata davvero una bella sorpresa: gli standard costruttivi sono quelli a cui ero abituato e la resa ai livelli che mi aspettavo. Il modello M mi si cuce addosso alla perfezione, Ma più probabilmente sono io che sono cresciuto modellandomi su quelle forme, il nut largo da 44 mm è la mia dimensione ideale, siamo diventati subito ottimi amici. Poi per caso ho trovato su un altro sito di annunci un sistema Fontanot, recuperato da una chitarra distrutta, a un prezzo interessante. Non sono riuscito a capire di quale modello si tratta perché non ha ne i potenziometri di controllo ne la capsula dinamica a contatto, ma è stato un ottimo upgrade per il Bband A6 montato di serie, di cui ho lascitao il pre per aver comunque dei comandi on board, ma a breve trasformerò lo scasso in una suond hole. A quel punto, cambiate le palettine delle meccaniche e tutto l'hardware da cromato a satinato nero si cominciava a ragionare!

Tutto questo, ovviamente è servito unicamente per rimettermi nelle migliori condizioni mentali possibili per affrontare l'impresa che mi aspettava... Ovviamente la comodità e il perfetto bilanciamento dello strumento hanno avuto la loro importanza, come pure la comodità del manico e la sensazione di familiarità che il tutto mi trasmetteva. Il suono in particolare non finisce mai di stupirmi, non sembra assolutamente uno strumento completamente in mogano, ma è chiaro e definito, limpido e ricco di dinamica, ben presente su tutta la gamma.

Molto probabilmente, questi strumenti sono l'ideale per tirare fuori il 'mio' suono e di loro ci mettono poco. Mi piacerebbe chiudere con una noto positiva dicendo che tutto si è risolto per il meglio, ma son ancora molto lontano dall'aver recuperato quello che ero sullo strumento, ma non mollo e continuo a suonare!

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