SCHERTLER BASIK ROAD

 


Probabilmente chi ha superato i quaranta, o si avvia verso quel traguardo, non può fare a meno di guardare con un certo sospetto e una punta d'avversione i trasduttori a contatto. Impossibile che non tornino alla memoria le prime ‘pastigliette’ apparse in commercio all’inizio degli anni ’80 con una resa quanto meno discutibile e livello di segnale inesistente. Ma il confronto con i prodotti di ultima generazione, soprattutto quando vengono da una ditta come Schertler che ha fatto della qualità della rilevazione di strumenti acustici la sua mission, è a dir poco impietoso. La tecnologia utilizzata è derivata dalla vasta esperienza degli svizzeri nel campo dell’utilizzo di trasduttori completamente microfonici, con la precisa volontà di proporre un prodotto entry-level di qualità decisamente interessante.


Descrizione


Lo Schertler Basik Road ricevuto in prova è una pastiglia a contatto per strumenti acustici in generale, con una spiccata vocazione per le corde, non necessariamente in metallo. Il package prevede un elegante astuccio in tessuto nero antistrappo, con il logo della casa ricamato in bianco sul frontale, che contiene i vari accessori. Una sorta di ‘necessaire’ da viaggio, a cui il nome del prodotto fa evidentemente riferimento. All’interno troviamo, sistemati in maniera molto razionale e funzionale, oltre al mastice per l’applicazione sullo strumento, il trasduttore vero e proprio, con 3 metri di cavo con terminale a jack, un adattatore per la connessione XLR, in grado di prendere l’alimentazione phantom direttamente dal banco di linea – o da qualsiasi altra sorgente la metta a disposizione – e un phantom power adapter, per alimentare il supporto in tutte le altre situazioni, grazie ad una batteria interna da 1,5 V. Questa bisogna sempre ricordarsi di averla carica, perché sostituirla la volo su un palco potrebbe essere un’impresa: lo scatolotto è completamente nero e ci vuole un cacciavite da orefice per aprirlo.


Piccola parentesi: esistono due fratellini minori del Basik Road, sempre con lo stesso trasduttore, il Basik-Set e il Basik-Pro che costano rispettivamente 120 e 140 Euro, il primo solo con la presa tripolare, l’altro esclusivamente con l’adapter. E un fratellone maggiore, il Basik Reso, con lo Stat Pre, preamplifcatore dedicato e alimentazione a 9 V, destinato all’installazione interna allo strumento che arriva a 240 Euro.

L’installazione del supporto è molto semplice, basta prendere una pallina di mastice – verde fosforescente, scelta curiosa – metterla sulla base della ‘pastiglietta’ e applicare quindi il tutto sullo strumento. All’inizio ci siamo attenuti alle indicazioni della casa, sistemando il Basik sul ponte della chitarra dalla parte dei cantini, premendo bene per portarlo il più possibile a contatto con il legno. Scelto il tipo di connessione da utilizzare, in un attimo si è pronti a suonare.


Come suona


Per chi avesse ancora nelle orecchie – e magari in giro per casa su una vecchia chitarra, come chi scrive – uno di quei vecchi sistemi di cui si parlava all’inizio, il confronto è davvero impressionante. Il Basik è estremamente trasparente, fedele alle caratteristiche dello strumento, con un’ottima risposta sia in frequenza che in dinamica. Collegato ad un amplificatore della stessa casa, per altro provvisti di alimentazione phantom, è nelle condizioni ideali per rendere al meglio. Ma anche in diretta sul banco o su un qualsiasi altro sistema di amplificazione ha prestazioni di tutto rispetto. Al variare del posizionamento del trasduttore sullo strumento corrispondono modifiche molto significative del suono. Quindi per una sistemazione al volo, per salvare una serata altrimenti compromessa da un sistema di amplificazione andato in tilt, le indicazioni generiche fornite con le istruzioni possono andare bene. Se si decide di montarlo in maniera definitiva, merita fare parecchi esperimenti alla ricerca della resa ottimale. Anche all’interno della cassa si possono trovare soluzioni interessanti. Peccato che tagliare il cavo per montare una presa jack femmina definitiva comporti il decadimento della garanzia. Bisogna sempre tenere bene a mente, comunque, che stiamo parlando di un microfono, per quanto piccolo possa essere. Quindi bisogna fare molta attenzione a non urtarlo con la mano mentre si suona, pena rumori abbastanza molesti. Non un grande problema per i fingerstyler duri e puri, ma per chi usa il plettro, magari in maniera un po’ energica, ci vuole un po’ di attenzione. Stesso discorso per il cavo volante, che conviene far passare attorno al pin reggicinghia, sotto la tracolla, per fissarlo al meglio. Altrimenti ogni movimento può causare disturbi.


Conclusioni


Un vero ‘coltellino svizzero multiuso’, tanto per rimanere geograficamente coerenti. Un sistema pratico, semplice da installare e da utilizzare, con gli accessori giusti per risolvere qualsiasi situazione. La vocazione del Basik sembra essere proprio questa: risolvere problemi. Può essere piazzato in pochi istanti su qualsiasi cosa, magari pescata dalla custodia con la pila scarica. Oppure montato su un mandolino, un bouzouki o un ukulele – abbiamo provato e il risultato è stato sempre all’altezza delle aspettative – per una serata particolare con uno strumento non amplificato. Anche se, visto il livello della resa, c’è da sperare che alla Schertler pensino anche ad un kit similare mirato all’installazione definitiva, magari con cavo corto, presa micro jack femmina e staffa per fissarla al pin della tracolla, sullo stile dei Barcus Berry tanto cari a Mark Knopfler (avete presente la copertina di Brothers inArm?).


Schertler Basik Road

Tipo: microfono a contatto per chitarra acustica

Origine: Svizzera

Distributore: Schertler – www.schertler.com

Note: doppio connettore per alimentazione phantom o diretta

Pre Amplificazione: no

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