Tronical Tune

 


Il vecchio adagio “un chitarrista passa metà della sua vita ad accordare e l’altra metà a suonare scordato”, attribuito in varie declinazioni a quasi tutti i grandi musicisti della storia che abbiano imbracciato un qualsiasi strumento a corda (ghirondisti compresi), sembrerebbe avere i giorni contati. Il lancio della Robot Guitar della Gibson qualche anno fa, del resto, aveva incuriosto un po’ tutti: una chitarra che si accorda da sola? Utile, inutile, imprescindibile, gadget superfluo… il dibattito è infuriato per parecchio sulla Rete. Ora che l’accordo di esclusiva tra Gibson e Tronical è scaduto e il prodotto è disponibile liberamente sul mercato la questione si ripropone. E ci tocca da vicino, perché è utilizzabile anche sulle acustiche, a condizione di non usare scalature superiori allo 013.



Anzitutto chiariamo i dubbi più frequenti: no, le Tronical Tune non vanno bene su qualunque chitarra. Sul sito del produttore è disponibile una dettagliata lista dei modelli che sono compatibili con i tre modelli disponibili (uno per le 6 in linea e due per le 3 + 3). E di acustiche ce ne sono parecchie: Gibson e Taylor su tutte, ma anche Yamaha e Cort. Se avete una Martin invece… Sono comunque disponibile anche delle ‘dime’ da scaricare e stampare per vedere ‘fisicamente’ se la vostra chitarra è adatta per montarle. O tenerne eventualmente conto in fase di progettazione/realizzazione.

Abbiamo quindi optato per una ‘storica’ Taylor 410, che è stata utilizzata per l’esperimento. Il montaggio, bisogna ammetterlo, è estremamente semplice. Alla portata di qualsiasi essere dotato di intelletto, o almeno di pollice opponibile. Si smontano le meccaniche originali, si posiziona la piastra che ospita i controlli, si fanno passare le nuove meccaniche e si fissa il tutto con la dotazione di serie di viti, boccole e chiavi. Il montaggio delle corde richiede poi una certa attenzione: devono essere fatte passare per l’apposita scalalatura sul piloncino e serrate con il ‘tappino’ bloccacorde applicato sopra. Anche qui, niente di trascendentale. La batteria al litio, garantita per 300 accordature, va caricata esternamente con l’apposito trasformatore fornito di serie e riposizionata nel suo vano.


E finalmente passiamo alla prova pratica, con una raccomandazione: bisogna leggerle, le istruzioni. Non, come al solito, buttarsi a ‘spippolare’ alla come come viene. Il display a disposizione è minuscolo, le funzioni presenti molto numerose e quindi il tutto non è particolarmente intuitivo. Prima di dire che non si può fare ‘questo’ o ‘quello’ meglio guardare con attenzione. Parlo per esperienza personale? Assolutamente sì. Ma torniamo a noi: funzionano, eccome se funzionano. E funzionano anche bene. I tempi di accordatura sono in linea con quelli dichiarati dalla casa: in 3/5 secondi la chitarra è a posto. E le funzioni disponibili sono parecchie: 12 accordature alternative pronte più 6 a disposizione dell’utente. E’ possibile regolare la velocità di intervento delle meccaniche, in modo da adeguarlo ai tempi di risposta della chitarra. Gli strumenti non sono tutti uguali ed è bene tenerne conto. Non è possibile variare il pitch del La a 440 Hz, quindi traslare di conseguenza tutte le accordature disponibili, ma nessuno vieta di utilizzare un riferimento diverso (432 Hz ad esempio, tanto per citarne uno a caso) quando si definiscono i set custom.


Accessorio fondamentale? Assolutamente no, soprattutto se, come Tommy Emmanuel la vostra massima espressione di accordatura alternativa è la Dropped D. ma se vi piace giocare con le accordature aperte, alternative, varie ed eventuali, potrebbe essere un buon aiuto sia per suonare sempre con la chitarra ben accordata – e già non sarebbe poco – quanto per abbreviare la durata dell’esibizione di un buon quarto d’ora. Certo, se come Don Ross utilizzate almento un centinaio di accordature differenti… anche i robot hanno i loro limiti.

Le Tronical Tune sono funzionali, efficaci e di immediato utlizzo. E con un attento settaggio di base, che può abbreviare sensibilmente i tempi di risposta delle meccaniche, lasciano intravedere un interessante utilizzo creativo: cambiare accordatura, magari più volte, all’interno di un brano… ci stava lavorando Michael Hedges con Klein poco prima dell’incidente

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