SR Technology Combo Jam 80

 


La serie combo proposta dalla SR si completa con il Jam 80, modello entry level, che condivide molte delle caratteristiche del fratello maggiore, pur essendo leggermente sotto dimensionato in tutte le sue caratteristiche. Più piccolo, poco più leggero, con una potenza dichiarata di 60 Watt Rms, rispecchia appieno tutti i canoni costruttivi della casa, dando una sensazione di solidità, affidabilità e professionalità assoluti.


Il pannello di controlli superiore è una versione bonsai di quella del 150, con alcune scelte magari non condivisibili, ma sicuramente dettate dalla volontà di risparmiare spazio e componenti. Anzitutto la sezione dedicata all'effettistica è assente, ovvero troviamo un solo preset fisso, un mix di riverbero e delay, dosabile solo in qualtità tramite un master, e in quantità sui due canali microfonici. Quindi sugli altri 4 canali non è disponibile, o per meglio dire, non è controllabile. Ai canali 3 /4 (ingressi di linea) e 5/6 (RCA) è assegnato un unico pot ciascuno, e anche questa è una scelta che lascia un po' perplessi. In compenso sono presenti sia il Line Out, che può essere utilizzata per le cuffie, ma che non esclude l'altoparlante, quindi per un uso silenzioso è necessario azzerare il volume master, e una Rec Out con regolazione dedicata.

Bisogna ricordare, prima di passare alla prova del suono, che si tratta di una cassa amplificata e non di un dispositivo dedicato alla chitarra. Questo perché, collegando lo strumento in diretta su un ingresso di linea si ottiene un volume decisamente scarso, anche spingendo il master quasi a fondo, e un suono abbastanza fiacco e povero, entrando su quelle microfoniche si richia addirittura di fare dei danni. Per l'utilizzo con la nostra amata ascia ci sono quindi due strade da percorrere: o passare prima da un preamplificatore, magari multieffetto, per entrare nei line in, oppure utilizzare una DI Box per sfruttare gli ingressi XLR. Si sarebbe potuto risolvere il problema con un controllo di guadagno, almeno sui canali dedicati agli strumenti, ma accontetiamoci.


Anche perché, in entrambe i casi, la resa sonora è superba: bassi profondi, medi corposi, acuti cristallini, i controlli di toni, se pur scarni, sono estremante efficaci e offrono ampie possibilità di intervento. Con l'acustica, ovviamente, il piccolo mostro da il meglio di sé, offrendo inoltre la possibilità, di collegare anche un microfono e miscelare i due segnali a piacimento, magari utilizzando pedalini o multieffetti vari solo sul segnale proveniente dal piezo. Curiosamente, l'effetto delay/reverb è presente anche sui due canali che non hanno il controllo dedicato, in maniera discreta ma percettibile, dando respiro alla resa generale.

Per testare il canale microfonico, invece della voce (non era proprio il caso), abbiamo provato a catturare, con uno Shure SM57, una chitarra acustica di fascia alta, una SJ200, con buoni risultati. Anche se, per amplificare degnamente tale strumento di microfoni ce ne sarebbero voluti almeno tre, il Jam non avrebbe avuto problemi, vista l'abbondanza di ingressi. Anche con una semiacustica da jazz, magari a cassa alta, si ottiene una comunque una discreta resa. Il timbro generale tende un po' a chiudersi, parecchio per la verità, ma agendo sui controlli si riescono ad ottenere suoni pieni, caldi e corposi, un pizzico di chorus e il gioco è fatto. Per scrupolo abbiamo provato anche con una Strato, ma senza risultati degni di nota. In sostanza, si tratta di un'apparecchiatura professionale con un'alta vocazione alla versatilità, ideale anche per piccole situazioni live, per formazioni fino a due o tre componenti, ma che necessita di pazienza e attenzione per rendere al meglio. Malgrado non sia indicato nel manuale, il Jam 80 lavora in maniera ottimale posto in alto, lasciato a pavimento genera delle “basse” che fanno vibrare i vetri.

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