ALESSI TUNING MACHINES

 


La qualità sta nei dettagli. Anche se considerare le meccaniche della chitarra un dettaglio potrebbe essere un grave errore per la resa dello strumento. In Italia abbiamo artigiani come Nicolò Alessi, che realizza dei piccoli capolavori (anche di ingegneria) con cura certosina e un altissimo grado di specializzazione tecnica. I suoi lavori sono espressamente progettati per durare nel tempo e garantire una maggiore precisione dell’intonazione dello strumento. Non per niente motissimi liutai si affidano alle sue creazioni per gli strumenti di particolare prestigio. La Six String Nation, la chitarra itinerante creata con pezzi di storia del Canada [Chitarre XX], simbolo dell’unità della nazione, è solo uno dei tanti esempi di chi ha scelto i lavori di Nicolò.

Come sei arrivato a fare questo lavoro così particolare?


E’ stata una concomitanza d’eventi. Ho sempre lavorato come disegnatore progettista meccanico, ma sono anche diplomato in chitarra al conservatorio. Mi sono reso conto in fretta che le meccaniche dello strumento avevano sempre problemi. Per cui, o ci si rivolgeva a marchi costosissimi, o comunque c'era qualcosa che non andava. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’acquisto di uno strumento nuovo di alto livello, con meccaniche molto quotate ma parecchio scadenti. A quel punto mi sono messo a tavolino a disegnare per cercare di migliorare il progetto di base, in modo da avere maggiore affidabilità e più precisione. E’ cominciato tutto così. Dopo molte sperimentazioni, ora penso di aver raggiunto un buon standard qualitativo, che mi permette di offrire un prodotto affidabile. I miei clienti sono soprattutto i liutai, e sono loro a testare la qualità delle mie meccaniche.

Da cosa sei partito per lo studio dei tuoi progetti?

Non dalle meccaniche esistenti. Ho cercato di muovermi in direzione diversa, trattando il progetto come se si trattasse di rendere funzionale una ‘macchina’ vera e propria, sia pur progettata per uno scopo preciso. Ho aggiunto una serie di piccoli accorgimenti, cuscinetti interni, piccole bronzine, ecc. per ridurre l’usura e migliorare la precisione. Al contrario di quello che si pensa, una meccanica è tutt’altro che semplice. Io ho cercato di fare qualcosa destinato a durare nel tempo. Infatti le riparazioni che mi capita di fare – e che non faccio mai pagare – sono dovute a urti e cadute, non a problemi strutturali.

E’ stato difficile organizzare quella che è, tutto sommato, una produzione in serie per piccolissimi quantitativi?


Avrebbe potuto essere un problema una decina di anni fa. Ora, con un progetto valido alle spalle, è abbastanza semplice trovare ditte con un altissimo grado di specializzazione in campo meccanico, che sono in grado di produrre qualsiasi pezzo. Certo il progetto deve stare in piedi da solo, altrimenti quando vai all’assemblaggio te ne accorgi subito. Non avrebbe senso acquistare in prima persona macchinari costosissimi che, una volta programmati, fanno lo stesso tipo di lavorazione che io sia presente o meno. Le incisioni vengono fatte a mano, su mio disegno. L’ultima fase, completamente manuale consiste nel rifinire ed assemblare ogni parte, singolarmente. Un po’ come succede per gli orologi svizzeri, che mi sembra un buon paragone (con le dovute proporzioni)

Al momento, in catalogo, quanti modelli hai?

Diciamo che sostanzialmente ho due serie: per chitarra acustica e per classica. Le varianti, poi, sono infinite. A partire dalle placchette, al numero di cori… sono arrivato a preparare meccaniche per una chitarra a 17 corde. Ho un sistema di lavorazione molto versatile che mi permette di andare incontro a qualsiasi esigenza e personalizzazione.

I tuoi clienti chi sono?

Generalmente i liutai, direttamente. Poi capita anche qualche musicista alla ricerca del prodotto particolare per il proprio strumento.

Prossimi progetti?


In prossimità delle grandi Fiere preparo sempre qualcosa di nuovo. Adesso sto preparando un modello con la placchetta interamente ricoperta di ebano o di madreperla. Inoltre sto lavorando su un nuovo progetto per le acustiche, con un ingranaggio differente. Con più denti, in modo che si riduca il rapporto e si migliori la sensibilità nel controllo per l’accordatura, queste potrebbero essere molto adatte anche per strumenti etnici, tipo mandolino, charango, ecc. Per le classiche invece sto andando in direzione opposta, una presa più diretta rende l’accordatura più stabile. Ed è molto pratica per i cambi di tonalità frequenti. Ricordiamoci che la meccanica non è un semplice accessorio estetico, ma è parte integrante dello strumento, Svolgendo un compito importante deve essere molto affidabile.

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