Roberto Lanaro

 


Classe ’57, nato a Città del Messico da genitori italiani, Roberto Lanaro ha fatto ritorno in patria, a Padova, nei turbolenti anni ’70. “Mio padre tutto avrebbe voluto” – racconta – “tranne che seguissi le sue orme per finire a bottega con lui. Ma, nella confusione di quei giorni, in cui a scuola si andava solo per scioperi e picchetti, alla fine si rese conto che era meglio avermi in giro per il laboratorio, che sapermi in mezzo alla strada, con il rischio magari di prendere delle botte”. Certo, doveva essere difficile resistere al fascino di un mestiere tanto intrigante. “Quando si è reso conto che da lì non mi sarei più mosso, invece di tornare a scuola” – prosegue Roberto – “mi ha dato tre mesi di tempo per dimostrare che sapevo fare qualcos’altro, oltre a spazzare e mettere a posto gli attrezzi. Ma è sempre stato molto parco di spiegazioni, spronandomi in modo che arrivassi da solo ad ottenere risultati soddisfacenti. Ci sono voluti quasi dieci anni di ricerche e studi approfonditi sugli aspetti fisici, acustici e strutturali per portare a termine la mia prima chitarra. E’ stata una scuola dura, ma molto formativa.


Che mi è servita sia per crearmi una professionalità completa, sia quando, a mia volta, mi sono poi trovato a vestire i panni dell’insegnante”. La prima cosa che colpisce degli strumenti di Roberto, oltre all’eccellente lavoro di finitura, è l’originalità delle forme, mai riconducibile a standard di mercato. “Questo perché” – spiega – “non ho mai lavorato con forme o dime. Ogni strumento è unico, dalla progettazione alla realizzazione, passando per la scelta dei materiali. Questo perché ritengo indispensabile un accurato studio dell’intonazione dello strumento, quanto la scelta dei legni per la costruzione. Posso dire con un certo orgoglio di essere uno dei pochi liutai in Italia ad avere buone scorte di materiale pregiato, invecchiato naturalmente e ‘in casa’, per almeno 35/40 anni”. Ma c’è qualche modello, qualche costruttore, magari americano, a cui ti sei ispirato nel tuo percorso di ricerca? “La base della mia formazione è sicuramente la liuteria classica italiana. Gli americani però hanno avuto diverse ottime intuizioni, come l’applicazione delle catene ad arco del liuto sulla chitarra, oppure l’ottimizzazione del baricentro dello strumento. La Stratocaster ad esempio, da questo punto di vista è un capolavoro, nella sua semplicità”.


Oltre ad essere molto belle, le chitarre di Roberto, cosa più importante, suonano bene. La cura maniacale che ci mette nella realizzazione li trasforma in autentici pezzi unici, costruiti su misura per le necessità del cliente. E’ possibile ascoltare due Lanaro acustiche negli ultimi cinque dischi di Luca Francioso che, da parecchi anni, è un grande estimatore del suo concittadino.

Con Luca, così come con tanti altri clienti, è nato un bel rapporto d’amicizia. Anche perché, in fondo, tutto parte da una buona comunicazione in fase di progettazione. Devo capire bene con chi ho a che fare, che genere di musica suonerà, in che modo verrà utilizzato lo strumento. E poi, visto che tutte le mie creazioni sono garantite a vita, inevitabilmente negli anni ci si incontra per il set-up periodico o qualche modifica e si rimane sempre in contatto”.

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