Acoustic Night 23

Sono stati resi ufficiali il tema e gli ospiti di Acoustic Night 23, in programma al Teatro Nazionale di Genova 18-19-20 maggio, Le parole di una Lingua Madre addensano, nei loro suoni, i grumi di emozione che danno sostanza e direzione alle nostre identità di persone. Una Lingua Madre è trasmissione di suono e di senso. Tutti parlano una Lingua Madre: per quanto essa possa essere patrimonio minacciato di pochi esseri umani, minato dalle stesse lingue vincitrici, che mettono a repentaglio l’esistenza delle altre condannandole all’estinzione. Quando una lingua madre incontra la musica nasce l'incanto della poesia. Beppe Gambetta, nel suo personalissimo percorso musicale tra memoria e futuro, in giro per il mondo da decenni, rende omaggio in questa ventitreesima edizione della sua Acoustic Night alle Lingue Madri. Ha scelto musicisti giovani speciali e mai ascoltati dalle nostre parti per creare un incontro di suoni e di voci che ricomporrà il grande mosaico sonoro delle emozioni che rendono speciale ogni singola Lingua Madre. Lo ha fatto privilegiando il punto di vista e di ascolto di chi parla una Lingua Madre minacciata, dimenticata, lasciata ai margini. E a rendere ancora più esplicito il fiume lirico evocato dalle Lingue Madri ci saranno, ancora una volta, i quadri di scena di Sergio Bianco. Sul palco dal Québec, la grande regione del Canada in cui si parla una forma particolare di francese François-Félix Roy, one man band giovanissimo dalla impressionante duttilità espressiva. Le corde, la voce, il tipico pressante battito alternato dei piedi sul legno, per far vivere questa tradizione che fonde assieme profumi di note scoto-irlandesi, francesi e nordamericani. L’ospite Matteo Leone dall’Isola di S. Antioco scrive e canta invece nella sua lingua madre tabarchina: una forma di genovese antico del ponente cittadino derivata dalla lingua delle antiche comunità di pescatori di corallo genovesi custodita nelle isole orientali della Sardegna e a Calasetta. Leone, mai esibitosi a Genova, chitarrista mancino dalla tecnica particolarissima, unisce desert blues e folk creando un unicum sonoro e linguistico. Infine Aysanabee, voce “soul” forte e timbricamente incantevole delle comunità native canadesi, le “First Nations”, costrette all'etnocidio delle proprie tradizioni dalla violenta opera di colonizzazione occidentale. Aysanabee nei dialoghi con il nonno Watin ha ricostruito un frammento di quel mondo in via di estinzione, e lo restituisce con una chitarra, una pedaliera maneggiata con virtuosistica padronanza, e una voce che lascia il segno. Dal padrone di casa Beppe Gambetta aspettatevi un florilegio di Lingue Madri: italiano, inglese, genovese, e molte sorprese: come sempre accade nell’Acoustic Night.

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