Devo ammettere che il restauro della Ferraroti di qualche mese fa mi ha fatto tornare un certo 'gusto' mai sopito per il lavoro manuale sugli strumenti. Che mi ha fatto venire voglia di non fermarmi, il progetto successivo ce lo avevo già in casa pronto: si tratta di una vecchia chitarra ricevuta in regalo da un amico che stava svuotando casa e finita in tavernetta da me per un numero notevole di anni. Finché non mi è venuta la fantasia di riaccordarla e una chiavetta delle meccaniche mi si è sgretolata in mano. Mi sono anche reso conto che il battipenna si stava staccando e ho deciso di fare questi due lavoretti 'veloci' per rimetterla in forma. Le meccaniche erano del tipo 3+3 su paletta sloted, ma con l'alberino in metallo, con evidente vocazione per le steel string. Una volta smontate, ho trovato sotto una costellazione di buchi, evidentemente non sono stato il primo a cimentarmi con questo lavoro.
Ho poi scoperto che le dimensione erano fuori standard e non era facile trovare dei ricambi, per cui ho acquistato 6 meccaniche singole e ho tappato i buchi con un prodotto per fissare le crepe. Il risultato è stato ottimale e ho poi provveduto a mascherare le riparazione con un pennarello per ritocchi su legno. Il montaggio dei ricambi è stato piuttosto semplice, o lo sarebbe stato se mi fossi ricordato che le meccaniche hanno un verso... ovviamente le ho montate tutte!!! al contrario. Anche statisticamente è un'eventualità improbabile.
Una volta tolto il battipenna ho scoperto che non aveva solo funzione estetica ma nascondeva un bel danno sulla tavola, con il primo strato del legno grattato e sollevato, ho reincollato con del Vinavil un po' diluito per farlo filtrare bene nelle fibre del legno. Un nuovo battipenna dalle dimensioni generose h messo il 'tappo' al problema. A questo punto, preso dall'entusiasmo ho deciso di installare un PU magnetico alla buca. Pronto allo scopo avevo un Eko SC01 preso per elettrificare un'altra chitarra e poi dimostratosi non adatto. Mi interessava fare esperienza con un'installazione definitiva e quindi ho proceduto con la sostituzione della presa jack con l'end pin e a forare la cassa. Devo dire che il lavoro è andato via meglio del previsto, malgrado le mie preoccupazioni in merito.
Alla fine ho dato una bella pulita a tutto e mi sono ritrovato per le mani uno strumento interessante: la chitarra è priva di loghi o marchi, ma se dovessi scommettere i miei due centesimi li punterei su una fabbricazione tedesca di fine anni '60, con catenature ibride per corde in nylon o metallo. Ho optato per le steel, e il risultato è uno strumento brilante, molto risuonante, come spesso capita a queste chitarre se invecchiate bene, con il manico molto largo e comodo. Il magnetico ha aggiunto un plus che la rende molto versatile e utilizzabile in molti contesti. La vedrei molto bene come chitarra da busking, essendo molto comoda da suonare in piedi, da 'sbattere' in giro senza problemi. Insomma un cavallo da lavoro senza nome.
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